Al giorno d’oggi è possibile vedere la nascita di figure sempre più specializzate nell’aiuto alla persona, per questo è importante comprendere bene le varie caratteristiche professionali. In questo caso la domanda che ci si pone è: cosa fa il mental coach e quali sono le sue competenze?

Chi è il mental coach e che cosa fa

Il mental coach è un professionista che si occupa di allenare la mente di chi desidera migliorare le proprie prestazioni o cambiare degli aspetti della propria vita.

Non si tratta né di uno psichiatra né di uno psicoterapeuta, dunque non affronta questioni cliniche, ma può aiutare a gestire variabili come ad esempio quelle emotive, organizzative, motivazionali, di comunicazione o di gestione di gruppo.

Il desiderio di migliorare se stessi, come ci spiega Matteo Rocca, è il primo passo che spinge a rivolgersi a un mental coach, il quale ci aiuterà nell’avanzare a piccoli passi verso l’obiettivo finale, prendendo responsabilità e consapevolezza del proprio valore personale, grazie all’utilizzo delle giuste tecniche, a training particolari e alla comunicazione.

Questo professionista è in grado di eliminare quei blocchi che inchiodano la persona lungo il suo cammino e che la fanno sentire incapace di realizzarsi.

Quindi che cosa fa il mental coach?
Sostanzialmente aiuta a:

  • Ristrutturare i pensieri negativi e quelli demotivanti, che bloccano il cammino e minano l’autostima
  • Rafforzare l’autoefficacia
  • Individuare obiettivi interessanti e raggiungerli
  • Migliorare la propria performance
  • Incrementare la concentrazione verso il compito
  • Ottenere una mentalità vincente

Quali sono le competenze di un mental coach

La preparazione del coach è lunga e articolata e può passare, come no, per un percorso di laurea. Ciò che invece è assolutamente necessario e che rende veramente l’individuo un autentico professionista è l’avere frequentato specifici corsi di coaching.

L’intuito si accompagna poi alla capacità di fare le giuste domande, di fornire feedback mirati, di ascoltare e di sostenere l’altra persona nell’azione.

Per essere sicuri di avere a che fare con un vero professionista, è bene informarsi se questo sia iscritto o meno presso un’associazione giuridicamente riconosciuta, come l’international Coach Federation (ICF), nata nel 1995 e che vanta più di ventimila associati in tutto il mondo.

Gli strumenti e le tecniche del mental coach

Per capire meglio che cosa fa il mental coach e come lavora, può essere utile approfondire alcune delle metodologie più spesso utilizzate.

Il prosodic modeling è una tecnica che allena l’individuo ad avere più controllo e gestione del proprio parlato. Si tratta di perfezionare la scansione delle sillabe, l’intonazione e il ritmo, oltre alla capacità di espressione.

Psicodramma, role-playing e simulazioni sono solo alcune delle possibili tecniche teatrali che un mental coach può sfruttare. Queste riscuotono molto successo sia in azienda che per aiutare coloro che mostrano problemi di espressività.

La scala di Fisher è essenziale per avere la realtà del concetto di stato di coscienza e avere dunque una base sulla quale iniziare a percepire se stessi sia nelle performance che nella vita personale.

Tecniche di visualizzazione, di rilassamento o di respirazione connesse agli stati corporei permettono di raggiungere una condizione di relax e presenza tali da favorire il lavoro con il coach, abbandonando per un po’ l’eccessivo stress che incatena la capacità d’azione.

La struttura delle emozioni (soprattutto tramite il modello di Plutchick), i principi dello stato di Flow, le Optimal Performance e il modello HPM su micro e macro competenze sono ulteriori strumenti necessari per compiere un buon lavoro di sostegno verso chi chiede aiuto.

Queste sono solo alcune delle innumerevoli competenze che un mental coach valido deve padroneggiare con sicurezza e professionalità.
Oltre alla tecnica resta però fondamentale l’abilità personale e la predisposizione a creare le giuste intersezioni tra le tante aree che compongono la vita di ogni essere umano: esistenziale, spirituale, professionale, emotiva, corporea, familiare e ciò che concerne le capacità personali.

Se dunque ci si chiede che cosa fa il mental coach, la risposta la si potrà trovare nella capacità acquisita di esprimere se stessi e di sentirsi liberi di mettersi in gioco con il massimo del proprio potenziale.